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domenica 13 ottobre 2013

Musica: pop, progressive, funk, rock in "Sintesi", l'antologia di inediti dei Roccaforte. L'intervista

"Dopo aver distrutto, costruito, sperimentato, discusso, condiviso e rivoltato ogni atomo dei Roccaforte per più di un anno, Sintesi è la rappresentazione tangibile di ciò che siamo oggi e, soprattutto, della nostra musica".

Attivi dal 2001 (dopo un periodo di assestamento inaugurato nel 1993), a dodici anni di distanza dalla loro genesi i Roccaforte pubblicano il quarto album Sintesi: una sorta di "antologia di inediti" che ripercorre la lunga storia del gruppo piemontese con la rivisitazione dei brani più rappresentativi tratti dai tre album finora incisi. Dal metal al pop-rock, dal progressive al funk, dall'alternative alla canzone d'autore, le anime dei Roccaforte risultano meglio amalgamate che in passato e rendono Sintesi il miglior biglietto da visita per la band alessandrina. 
Roccaforte hanno fotografato questo nuovo percorso con tre Ep, una sorta di percorso preparatorio a Sintesi, come dichiara la band: "Il primo Ep Origine, dalla copertina bianca, simboleggia l’inizio: siamo entrati in studio dopo un mese dall'ultimo cambio di line-up alla batteria. Metamorfosi rappresenta, come il viola della copertina, la trasformazione veloce che dall'inizio ha modificato il nostro sound, il nostro modo di scrivere e di suonare. Evoluzione - colore giallo - è quello che vorremmo raggiungere dopo un lungo percorso iniziato tanti anni fa con un’impronta tendenzialmente pop e che si è evoluto nel tempo, crescendo e maturando, verso una venatura più progressive rock". Sintesi è la summa di questo cammino, un album che riassume le svariate influenze che caratterizzano la band, fa il punto della situazione e al tempo stesso rilancia una nuova partenza per il quintetto.
Brani risalenti agli anni '90 come Vetrine Giubbotto in pelle nera, pezzi importanti per i premi ricevuti come 20 mq di libertà, ma anche inediti come AvatarSintesi passa in rassegna i momenti più significativi della storia dei Roccaforte, caratterizzata in modo particolare da una grande esperienza sul palco, con più di 300 concerti all'attivo dal 2005 ad oggi che li rendono unici nel loro genere. A colpire ancora una volta la varietà stilistica: "Una critica che ci viene fatta è che la nostra musica non è collocabile in un genere ben definito. Ma è quello che vogliamo. Infatti ci definiamo eclettici. Ognuno di noi arriva da esperienze e gusti musicali diversi e abbiamo voluto mantenere queste caratteristiche. Il fatto che non possiamo essere definiti vuol dire che il nostro lavoro è riuscito con successo". L'intervista.

Abbiamo definito il vostro nuovo album Sintesi come una “antologia di inediti”: com’è nata l’idea di riprendere dodici pezzi dei Roccaforte e rivisitarli?
L’idea è nata in collaborazione con l’etichetta discografica Keep Hold di Andrea Fresu. Si trattava di iniziare un nuovo percorso musicale cercando di arrangiare alcuni brani visti da un’ottica esterna ai Roccaforte. Sintesi è nato con un taglio più pop-rock/radiofonico rispetto alla nostra linea rock ma a fine lavoro abbiamo dovuto ammettere che tutti i pezzi scelti risultano più scorrevoli all’ascolto e soprattutto con una struttura dinamica che rende ogni parte del brano diversa con piccoli arrangiamenti. Questo lavoro ha aperto nuovi orizzonti sulla stesura di una canzone e, nonostante non seguiamo delle regole precise quando scriviamo i testi, ci ha fatto capire l’importanza di mettere in evidenza un ritornello piuttosto che un bridge o una strofa.

È interessante anche l’idea di “work in progress” che avete voluto comunicare, affidando a tre Ep il lavoro preparatorio verso Sintesi.
Durante tutto il periodo di registrazione, durato 14 mesi, abbiamo fatto uscire tre EP che hanno avuto un’importanza fondamentale: raccontare la storia dei Roccaforte. ORIGINE rappresenta l’inizio di tutto. Il colore bianco della copertina è simbolo di purezza, nascita e rinascita. Rinascita perché siamo entrati in studio dopo un mese dall’ultimo cambio di line-up alla batteria. METAMORFOSI rappresenta, come il viola della copertina, la trasformazione veloce che dall’inizio ha modificato il nostro sound, il nostro modo di scrivere e di suonare. Tutto questo grazie anche alle persone che precedentemente hanno suonato e collaborato con noi. EVOLUZIONE, rappresentato dal colore giallo in copertina, è un po’ quello che vorremmo raggiungere dopo un lungo percorso iniziato tanti anni fa con un’impronta tendenzialmente pop e che si è evoluto nel tempo, crescendo e maturando, verso una venatura più progressive rock. SINTESI rappresenta la confezione finale di questo percorso e la copertina mostra una mano piena di lettere che, nel suo gesto (immaginate di parlare con qualcuno e di rappresentare “in sintesi” con un movimento), scivolano come sabbia fra le dita realizzando i tre EP e quindi la nostra storia.

Con quale criterio avete selezionato i pezzi da destinare a Sintesi?
Il criterio è stato molto semplice. Abbiamo selezionato i brani che più ci rappresentano soprattutto per il discorso fatto prima. Alcuni di essi, tipo Vetrine e Giubbotto in pelle nera, sono stati scritti circa 16 anni fa. Altri, come 20mq di libertà, ci hanno regalato premi importanti a livello Nazionale. L’unica canzone inedita è Avatar che ha una storia molto particolare. Non è stata scritta da noi ma da un carissimo amico / fan che ha voluto raccontare, in parole, una sua tragedia e noi l’abbiamo trasformata in musica.

Che tipo di rivisitazione avete voluto realizzare confrontandovi con brani chiave della vostra carriera?
Sembrerà strano ma spesso, durante i concerti, i brani datati sono quelli che rimangono più impressi nelle persone che ci ascoltano per la prima volta. Questo ci fa confrontare fra noi ma, pur essendo consapevoli che suoni e struttura sono tipici anni 90, vogliamo mantenerli tali e in live non li suoniamo con gli arrangiamenti del CD proprio per questo motivo. Ma si sa, in live, tutto è permesso.

Roccaforte è principalmente una live band, che da anni macina concerti su concerti: qual è la differenza tra i Roccaforte in studio e dal vivo?
In studio si può fare di tutto. Incisioni, sovraincisioni, cori, correzioni, ecc. Nei live no. Non facciamo uso di basi o sequenze. Suoniamo quattro strumenti e una voce e vogliamo rimanere cosi. Il live esprime ciò che veramente è una band con la sua potenza, con il suo groove e anche con i suoi errori. Oggi non sbaglia più nessuno. L’esperienza dei palchi ci ha insegnato come correggere gli errori in tempo e non fermarsi mai e spesso dalla parte di chi ci ascolta non si accorge di alcune imperfezioni. Il live ti regala il contatto umano e quando osserviamo persone che cantano i nostri brani non c’è prezzo o soldo che compensi l’emozione e la soddisfazione di ciò che si è fatto.

Se dal vivo emerge il vostro animo più rock, in studio si nota l’insieme di influenze: pop, progressive, funk etc. Qual è il segreto per far convivere pacificamente questi elementi?
Non c’è segreto. Una critica che ci viene fatta è che la nostra musica non è collocabile in un genere ben definito. Ma è quello che vogliamo. Infatti ci definiamo eclettici. Cosa vuol dire? Ognuno di noi arriva da esperienze e gusti musicali diversi e abbiamo voluto mantenere queste caratteristiche. Il difficile è stato nel miscelare questi ingredienti e fonderli insieme armonizzandoli in una nuova sintesi. Il fatto che non possiamo essere definiti vuol dire che il nostro lavoro è riuscito con successo.

Dal disco si nota anche una pluralità di tematiche, ancora più chiare poiché espresse in italiano: quali sono gli argomenti che stanno più a cuore ai Roccaforte?
La maggior parte delle nostre canzoni raccontano storie di vita e tematiche sociali. Bambino è un brano molto crudo e racconta la storia di bambini abbandonati. Successe una sera, di alcuni anni fa, in cui un bimbo appena nato venne abbandonato in un cassonetto adiacente alla nostra vecchia sala prove. Africa è un classico racconto di viaggio che abbiamo fatto in Tanzania e in Kenya. Tempo di scappare, nonostante possa ingannare, parla del tempo che scappa via, si prende gioco di te e non lo riprendi più. Non scriviamo d’amore, anche se i Roccaforte all’origine hanno toccato questa tematica, non perché sia un argomento sottovalutato o altro ma per il semplice fatto che non ne siamo capaci.

Sintesi è anche un momento di riflessione sulla vostra storia, partita nel 1993, esattamente 20 anni fa: sulla base di questa lunga esperienza, che tipo di consigli vi sentite di dare a giovani gruppi indipendenti?
Dare dei consigli vuol dire porsi a livelli e piani diversi. Ci riteniamo persone semplici e umili quindi l’unica cosa che possiamo dire è: se fate musica tanto per fare è un conto ma se come principale ingrediente c’è la passione allora lottate con tutte le forze fino in fondo affinché il vostro progetto non venga distrutto e sepolto. Inoltre bisogna essere consapevoli dei propri limiti e cercare di non oltrepassarli.

Ovviamente Sintesi è anche un disco di ripartenza: oltre ai nuovi concerti, quali saranno le prossime tappe dei Roccaforte?
Carne sul fuoco ce n’è molta. Abbiamo appena terminato, su commissione, un Inno Ufficiale delle squadre femminili di pallavolo di Alessandria. Stiamo lavorando su brani nuovi perché l’idea è quella di rientrare in studio di registrazione entro la fine del 2014 per un nuovo album di inediti con una venuta molto prog. Tutto ciò lo vorremmo fare dando sempre importanza ai live perché il palco è un po’ come una droga … quando non lo si frequenta si rischia una crisi di astinenza.


Info:

Sito ufficiale - www.roccaforte.it

Facebook - www.facebook.com/pages/Roccaforte/49428471642

BIOGRAFIA
                          
I Roccaforte si formano ad Alessandria nel 1993: fino al 2000, tra varie pause e ripartenze, la giovane band lavora ai propri brani e alterna diversi membri. E' nel 2001 che il gruppo trova finalmente la sua stabilità e nasce ufficialmente. Il nome è ispirato al luogo in cui era situata la prima sala prove: “Fortezza Rocca Civalieri”, un casolare circondato dalle amate colline del Monferrato e così diroccato che un filo di nylon, teso tra due chiodi a cavallo di una crepa che da terra raggiungeva il soffitto, faceva da allarme per fuggire immediatamente all'esterno in caso di pericolo.

Fin da subito l'idea del gruppo è stata quella di evitare cover puntando a materiale originale: la creazione di brani inediti in lingua italiana, la ricerca accurata delle sonorità e la fusione dei gusti musicali di ognuno dei cinque membri sono i principali ingredienti della band. “La nostra musica non rientra in un genere definito - affermano i Roccaforte - ma piuttosto in una forma di eclettismo in cui le influenze che vanno dal pop-rock al progressive si fondono insieme, armonizzate in una nuova sintesi”.

Nel 2005 il gruppo si esibisce per la prima volta dal vivo inaugurando una carriera ricca di concerti, anche di supporto a nomi famosi come i Linea 77; nello stesso periodo esce il disco d'esordio Parole mai dette. Nel 2008 arriva il secondo disco Per volontà del re, uscito dopo la conquista del terzo posto al XIX Rock Targato Italia. Nel maggio dello stesso anno la band festeggia i suoi primi 100 concerti. Nel 2010 esce il minialbum Frammenti di storia, nel 2011 i Roccaforte si fanno notare con un buon piazzamento a Sanremo Rock e alla fine dell'anno firmano un contratto con l'etichetta Keep Hold.

E' proprio questa label che pubblica Sintesi nell'estate del 2013, dopo una prestigiosa partecipazione al FIM (Fiera Internazionale della Musica): l'album è una sorta di "antologia di inediti", una rivisitazione dei principali brani della band piemontese, preceduta dai tre ep Origine, Metamorfosi ed Evoluzione.

“Riuscire ad emozionare il pubblico e trovare persone che apprezzino la nostra musica è ciò che abbiamo sempre cercato… e che non smetteremo mai di cercare”.

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